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Susanna. Voglio dirti che ho letto “La via del mandorlo” con un’emozione che potrei certamente
definire empatica. Grazie per avere aperto una finestra su alcuni momenti importanti della tua vita,
e per aver dato a noi lettori la possibilità di affacciarcisi senza per questo sentirci indiscreti o
invadenti.
Ciò che più mi ha colpito è come tu sia riuscita a descrivere, con un linguaggio coinvolgente,
leggero e con un dolce retrogusto toscano, un argomento così difficile, ostico e in qualche modo a
me sconosciuto. Posso immaginare quanto sia difficile capire, ma anche solo intuire, cosa possa
significare per te, mia cara amica, una così importante perdita.
Per quanto mi riguarda, quanto hai scritto mi ha permesso di condividere qualcosa di te, delle tue
lacrime. La strada sulla quale mi ha condotto la lettura del tuo racconto, mi ha spinto fino a
percepire il senso di perdita con cui a volte abbiamo a che fare. Qualche cosa che taglia la nostra
vita in modo così assurdo, incomprensibile, feroce. Qualche cosa che ci trova comunque e
immancabilmente impreparati, inermi. Qualche cosa per cui nessuna spiegazione, o ragione logica,
può contribuire a suturare la ferita, inferta senza alcuna pietà, nel punto più profondo della nostra
anima.

Nel proseguo della lettura si incontra anche l’impossibilità di scansare la realtà: tutto ciò che
facciamo, quel darsi da fare per sottrarci, eludere, sfuggire all’appuntamento a cui siamo chiamati
quali testimoni involontari, si dimostrano tentativi che hanno in sé il fallimento.
Credo che il tuo racconto metta il lettore (io) di fronte al fatto che in alcuni momenti della nostra
vita ci troviamo inevitabilmente soli. Tuttavia la vita insiste nello scorrere in noi nonostante la
speranza sembri occupata altrove. In altre parole prima o poi dobbiamo avere a che fare con l’altra
faccia del vita stessa, ed è in questa occasione che siamo chiamati ad una sfida estrema; cioè a fare
una scelta che sia di vita o di morte. E’ qui, in questa decisione, mi pare di aver capito, che la
solitudine ci permea e ci lascia totalmente nudi, indifesi. Abbracciati al solo ricordo… Ma è anche
qui che ci viene data l’opportunità di dare un nuovo senso alla nostra vita… Magari proprio a partire
da un perdono.
Con affetto, Franco.